Nel dicembre 1999 un settimanale domandò ai suoi lettori chi fosse l’italiano più rappresentativo del millennio che si andava a chiudere. A precedere e di molto Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi venne indicato Giovanni di Pietro Bernardone. Insomma quel San Francesco che il 4 di ottobre marca il nostro calendario.
Almeno qui, di Francesco è bene rimarcare in particolar modo il carattere innovativo di certe sue intuizioni “ecologiche”, perché l’amore per gli animali e per la natura lo rendono forse la più appropriata icona per la tutela dell’ambiente. Con la Regola dell’Ordine francescano che scrisse giusto 800 anni fa, è la stessa esistenza del Santo Poverello che lo rende un modello di comportamento virtuoso, del tutto appropriato alle moderne esigenze di equilibrio tra le nostre azioni e l’ecosistema.
Esemplare è un episodio che ha come scenario un’isoletta che si trova al centro del Lago Trasimeno. San Francesco vi si fece condurre per compiere al meglio il suo digiuno per tutta la Quaresima. Come sole compagne, due pagnotte. Quando i confratelli a Pasqua lo andarono a riprendere lo trovarono ancora con una pagnotta intatta. San Francesco spiegò loro che non mangiarne almeno una avrebbe rappresentato un atto di superbia verso Nostro Signore che nel deserto s’era tenuto per 40 giorni in digiuno stretto. Ecco, prendo ad esempio proprio questo episodio perché delle sette R della circular economy (Riduci, Riusa, Ricicla, Ripara, Rinnova, Recupera, Ridisegna) è proprio quel “riduci” quella che significativamente va posta per prima. Nell’adagiare i nostri comportamenti sul modo di pensare la produzione e i consumi, ridurre gli sprechi ne costituisce il primo imprescindibile imperativo.
Ogni anno buttiamo via più di un miliardo di tonnellate di cibo, quasi il 20% di quel che viene prodotto. Quanto al mangiare, l’obesità e le patologie da questa derivanti rappresentano una potenziale minaccia per l’economia. Secondo l’autorevole World Obesity Foundation, la spesa sanitaria dovuta agli eccessi di cibo ha superato i 1.200 miliardi di dollari l’anno. Mentre larga parte dell’umanità non ha accesso all’acqua e ad un’alimentazione dignitosa, in questo spicchio di globo si mangia troppo e si mangia male. Ripartiamo allora da quella pagnotta che Francesco ha tenuto da parte. Perché è un magnifico esempio di sostenibilità ambientale.
Marco Zampetti