L’economia circolare come strategia nazionale: intervista a Mariangela Cozzolino di Cassa Depositi e Prestiti

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di Danilo Guenza

Nel corso di un’intervista esclusiva, Mariangela Cozzolino, Responsabile del “Competence Center Economia Circolare” di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ha condiviso la visione strategica dell’Istituto sul ruolo dell’economia circolare nel nostro Paese, soffermandosi su stato attuale, sfide e ruolo della finanza.

Un nuovo paradigma economico: il significato odierno dell’economia circolare

“L’economia circolare, come è largamente noto, è un modello economico che sta assumendo una rilevanza sempre più strategica per il sistema economico-produttivo a livello globale”, esordisce Cozzolino. La sua diffusione non riguarda più soltanto l’Europa,  ma coinvolge anche altri contesti internazionali dove la circolarità assume una valenza geopolitica, oltre che industriale.

“Rispetto a qualche decennio fa, in cui il paradigma della circular economy era legato quasi esclusivamente alla sostenibilità ambientale, oggi si afferma sempre più come un vero e proprio modello economico”, prosegue. Ricerca e innovazione tecnologica permettono di introdurre nuove logiche nella creazione di valore, offrendo alle imprese opportunità di business inedite. Questo è possibile, sottolinea, soprattutto quando si attivano sinergie tra attori della stessa filiera o tra filiere diverse: il concetto di simbiosi industriale, per quanto ancora poco sviluppato in Italia, rappresenta una chiave fondamentale per incrementare la competitività delle imprese.

In un contesto globale segnato da “policrisi” e tensioni geopolitiche, l’accesso alle materie prime – non solo quelle strategiche ma anche quelle essenziali alla transizione energetica – rende vulnerabili le economie più dipendenti dall’estero. Qui i modelli circolari diventano una leva concreta per garantire sostenibilità e sicurezza, prolungando il ciclo di vita dei materiali e riducendo il rischio di interruzioni nelle catene del valore.

L’Italia tra eccellenze e difficoltà

“L’Italia è ancora oggi uno dei paesi più virtuosi nella transizione verso l’economia circolare”, afferma Cozzolino, evidenziando come il nostro Paese abbia saputo trasformare la scarsità di risorse naturali in un vantaggio competitivo. Quasi la metà delle imprese italiane ha già adottato pratiche circolari, con maggiore diffusione al Nord e tra le imprese di dimensioni medio-grandi.

Tuttavia, se il riciclo resta una pratica consolidata, pratiche come l’ecoprogettazione o il prolungamento della vita utile dei prodotti stentano a decollare, nonostante le opportunità offerte dall’innovazione. L’Italia, pur posizionandosi ai vertici europei per indicatori come il tasso di riciclo o l’utilizzo di materiali secondari, incontra difficoltà a migliorare ulteriormente le proprie performance.

Un’analisi dell’Osservatorio Energy Strategy del Politecnico di Milano, di cui CDP è partner dal 2023, mostra come la diffusione delle pratiche circolari sia fortemente influenzata dalle dimensioni aziendali: il tasso di adozione sfiora il 46% tra le grandi imprese, ma scende al 37% per le piccole e ancora meno per le microimprese. A livello economico-finanziario, le aziende circolari mostrano una maggiore solidità, con più capacità di autofinanziarsi e minore indebitamento. Ma il livello complessivo degli investimenti resta inferiore alla media europea, anche a causa della struttura imprenditoriale italiana, composta prevalentemente da PMI con capacità di investimento limitate.

Il sistema finanziario: attore chiave della transizione

“Riteniamo che il sistema finanziario rivesta un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia circolare e della sostenibilità d’impresa”. Gli investimenti, soprattutto se accompagnati da adeguati meccanismi di governance, orientano le scelte strategiche delle imprese. Nonostante a livello globale si siano mobilitati circa 334 miliardi di dollari in cinque anni per finanziare l’economia circolare, in Italia il livello di investimento resta ancora modesto.

Le PMI, in particolare, incontrano difficoltà di accesso al credito, tanto che quasi una su due ricorre all’autofinanziamento. Gli investimenti, inoltre, sono spesso di piccola scala e con tempi di ritorno brevi. Per questo, sottolinea Cozzolino, è necessario sviluppare strumenti finanziari specifici e sostenere attivamente le imprese, riconoscendo che questa è prima di tutto una transizione economica, oltre che energetica ed ecologica.

CDP, in quanto istituto nazionale di promozione, ha un ruolo centrale: “Siamo in grado di attivare investimenti a lungo termine e promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo per il Paese”, aggiunge.

Il Piano Strategico 2025-2027 di Cassa Depositi e Prestiti: obiettivi e visione

Il nuovo piano strategico del gruppo CDP, presentato nel dicembre 2023, parte da risultati molto positivi nel triennio precedente: 75 miliardi di risorse mobilitate e 200 miliardi di investimenti attivati. Per il triennio 2025-2027 l’obiettivo è impegnare 81 miliardi, attivando investimenti per 170 miliardi, guidati da quattro priorità: competitività, coesione sociale e territoriale, sicurezza economica e “just transition”.

L’economia circolare viene inserita trasversalmente in tutte le aree di intervento dell’Istituto, dai finanziamenti ai servizi di advisory alla pubblica amministrazione. Il gruppo ha pubblicato delle linee guida strategiche dedicate, con obiettivi chiari: potenziare le filiere del riciclo e del riuso, colmare i gap infrastrutturali, promuovere l’innovazione di prodotto e di processo, e passare dal concetto di “fine vita” a quello di “uso prolungato”.

L’approccio di CDP si fonda sull’integrazione della valutazione dell’impatto nei processi decisionali. Il modello “Sustainable Development Assessment” consente di analizzare le operazioni lungo l’intero ciclo di vita, includendo parametri ambientali, sociali e di governance (ESG), sempre nel rispetto del ritorno finanziario.

Una rete europea per la circolarità

CDP è attivamente coinvolta a livello europeo in diverse iniziative: è membro fondatore dell’Alleanza per l’economia circolare insieme a grandi gruppi italiani (come Enel, Intesa Sanpaolo, Ferrovie dello Stato), e partecipa alla Joint Initiative on Circular Economy (JICE) e alla European Long-Term Investors Association (ELTI).

Queste collaborazioni, sottolinea Cozzolino, hanno già mobilitato oltre 130 miliardi di euro in progetti green e social, e mirano a intensificare il coordinamento tra gli istituti nazionali di promozione per favorire co-investimenti in startup, scaleup e imprese tecnologiche. “Guardando al futuro, il gruppo CDP continuerà a mettere a disposizione del Paese due asset fondamentali: risorse e competenze”, afferma Cozzolino in chiusura. Le attività di capacity building, rivolte in particolare alla pubblica amministrazione, saranno centrali per sostenere progettualità strategiche. In un contesto in continua evoluzione, l’economia circolare è vista come leva per rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi, ridurre i rischi finanziari e logistici, e sostenere una crescita inclusiva, sostenibile e duratura.

Il nuovo piano strategico 2025-2027 segna dunque un impegno concreto verso una trasformazione profonda e strutturale del modello economico italiano, in cui l’economia circolare non è più una nicchia ambientale, ma un asse portante dello sviluppo nazionale.

 

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