PERUGIA – Dietro un nome tecnico come “Banca del Germoplasma” si cela una realtà viva, partecipata e profondamente radicata nel territorio umbro. Ce lo racconta con passione la dottoressa Rosalba Padula, biologa di ARPA Umbria, protagonista di un’intervista in cui emergono il valore scientifico e culturale di un progetto che sta coinvolgendo enti, università e cittadini in un’opera di tutela della biodiversità regionale.
“ARPA Umbria è l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente”, spiega Padula. “Ci occupiamo di monitoraggio e valutazione dello stato ambientale, dall’aria all’acqua, dal suolo ai rifiuti, fino all’elettromagnetismo, in collaborazione con le ASL per gli impatti sulla salute umana. Io in particolare mi occupo di biodiversità.”
La Collezione Polvese: una scoperta fortuita, un progetto collettivo
Tutto ha avuto origine nel 2016 con il ritrovamento fortuito di alcuni semi abbandonati sull’Isola Polvese, nel cuore del Lago Trasimeno. Un evento casuale che ha dato il via alla nascita della Collezione Polvese, oggi riconosciuta come collezione di interesse regionale ai sensi della legge regionale 12/2015.
“Abbiamo riorganizzato, messo in sicurezza e iniziato un’opera di conservazione che coinvolge anche i cittadini. Non è solo un progetto di ARPA, ma un’iniziativa condivisa con università, istituzioni e soprattutto con chi vive e coltiva il territorio”, racconta la dottoressa.
La Banca del Germoplasma conserva semi di varietà orticole locali e autoctone dell’Umbria, molti dei quali provenienti dall’area del Trasimeno. I semi vengono conservati in due modi: ex situ (fuori dal suolo, nei congelatori) e in situ (coltivati nei terreni di agricoltori locali). Si tratta spesso di varietà in via di estinzione, poco produttive o ritenute oggi “meno interessanti”, ma dotate di una preziosa resilienza agli stress ambientali, che può rivelarsi fondamentale nel contesto dei cambiamenti climatici.
“Chiediamo sempre il contributo dei cittadini. A Costacciaro e Gualdo Tadino, per esempio, sono stati i cittadini a contattarci per creare nuove banche locali. È una forma di collaborazione che ci rende orgogliosi.”
Biodiversità, memoria e comunità
Ma non si tratta solo di conservazione biologica. L’approccio è anche culturale e antropologico. La raccolta dei semi è accompagnata da testimonianze: usi, ricette, feste tradizionali. Ogni seme racconta una storia.
“I cittadini, anche quelli che hanno solo un piccolo orto, hanno una coscienza della biodiversità profonda. Il nostro progetto dà voce a questa consapevolezza e valorizza il sapere diffuso. Conserviamo questi semi per le generazioni future, per la scienza e per chi vorrà riscoprire il valore dei prodotti della propria terra.”
L’invito di ARPA è chiaro: chiunque possieda vecchie sementi dimenticate in cantina o conosca varietà locali coltivate nel proprio orto può contribuire. “Per noi sono tutti agricoltori, anche se non lo fanno di professione”, aggiunge Padula.
L’arte che fa parlare l’acqua: il progetto “Impronte d’Acqua”
Oltre alla Banca del Germoplasma, ARPA Umbria è impegnata anche nella sensibilizzazione ambientale attraverso l’arte. È il caso del progetto Impronte d’Acqua, in collaborazione con l’artista visivo Roberto Ghezzi. Le sue naturografie – tele lasciate nell’acqua, nell’aria, nella terra – raccontano visivamente la bellezza invisibile degli ecosistemi.
“Installiamo queste tele nei corsi d’acqua e poi analizziamo le impronte lasciate da organismi biologici. Così il cittadino può vedere, ad esempio, la bellezza di una scaglia di pesce, la struttura di un’alga, o la traccia lasciata da una libellula”, spiega Padula. “L’arte ci aiuta a meravigliarci, e meravigliarsi è il primo passo per proteggere.”
Un invito aperto: “Aiutateci a proteggere la biodiversità”
Il messaggio finale dell’intervista è semplice e potente: la biodiversità si salva insieme, nei campi, nei barattoli delle nonne, nei racconti dei contadini, nei quadri dell’artista e nei freezer dell’agenzia.
“Il nostro progetto vive grazie ai cittadini. Se qualcuno ha un seme tipico, sepolto in un garage o in un ricordo, ci contatti. Lo conserveremo per chi verrà dopo di noi.”
Ascolta l’intervista completa alla dottoressa Rosalba Padula sulla nostra piattaforma e scopri come partecipare al progetto Collezione Polvese.
Per contattare ARPA Umbria e partecipare al progetto della Banca del Germoplasma, puoi utilizzare questi riferimenti:
Rosalba Padula 075.51596334
www.arpa.umbria.it/pagine/banca-del-germoplasma